Osservazioni cliniche suggeriscono che la vitamina D possa essere coinvolta nella qualità del sonno. Infatti diversi nuclei ipotalamici coinvolti nel meccanismo del sonno presentano un'elevata densità di recettori per la vitamina D.
In uno studio clinico sull'integrazione di vitamina D in 1500 pazienti per un periodo di 2 anni, il mantenimento di livelli sierici di vitamina D in un intervallo di 60-80 ng/ml per molti mesi ha prodotto un sonno normale nella maggior parte dei pazienti indipendentemente dal tipo di disturbo del sonno, suggerendo che molti tipi di disordini del sonno possano avere la stessa eziologia.
In tutte le specie animali, gli ormoni steroidei svolgono azione di controllo sul sistema endocrino autonomo che inizia nel midollo spinale e si estende al midollo allungato, al ponte e ai nuclei ipotalamici.
Questo sistema integrato autonomo-endocrino ha dimostrato di coordinare la funzione respiratoria, cardiovascolare, riproduttiva, metabolica e digestiva. Sembra che anche il sonno sia parte di questo sistema di coordinazione.
La vitamina D, probabilmente uno dei più antichi ormoni steroidei, sembra svolgere un ruolo centrale in questo sistema, collegando la presenza del sole alla presenza o assenza di cibo e permettendo all'animale di modulare la propria attività, metabolismo, sonno e riproduzione in base alla latitudine e alla stagione.
La vitamina D agisce a questo livello grazie alla presenza di recettori su neuroni presenti nel cervello, specialmente nella substantia nigra, individuati attraverso metodi immunoistochimici.
Bibliografia: Gominak SG, WE Stupmf 'The worl epidemic of sleep disorders is linked to vitamin D deficiency'
Medical Hypotheses 2012
(interamente tratto da http://www.solgar.it/estrai_comunicazione.php?id=163&sezione=news)