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"La natura nell'uomo, l'uomo nella natura." (dr. M.C.)

Hair Toxic Test

CHE COS'E' L'HAIR TOXIC TEST (H.T.T.)

Il metodo HAIR TOXIC TEST (H.T.T.) permette di valutare le condizioni di intossicazione dell'organismo attraverso:
  • Questionario DETOX:
    individua l'eventuale esistenza di fattori ambientali sfavorevoli, il sovraccarico tossinico dell'intestino e del fegato
  • Analisi del capello H.T.T.
    contempla il dosaggio dei più pericolosi metalli tossici depositati nel capello (Mercurio, Cadmio, Alluminio, Arsenico, Piombo, Berillio, Uranio).
    Già nel 1980 l'uso del test mineralografico per la rilevazione delle sostanze minerali tossiche presenti nell'organismo è stato riconosciuto scientificamente idoneo dall'EPA (Enviromental Protection Agency), l'Agenzia Di Protezione Ambientale americana.


PERCHE' FARLO

Oggigiorno il nostro organismo, ripetutamente sottoposto all'azione di sostanze tossiche di natura diversa, raggiunge un livello di intossicazione nel momento in cui non è più in grado di affrontare ed eliminare le tossine  per cause diverse tra cui: disfunzione intestinale, ripetute esposizioni a sostanze chimico-alimentari tossiche, inquinanti ambientai, endotossine ed altro.
Nel tempo questo può portare alla C.F.S. (Sindrome da Fatica Cronica) che genera un'alterazione della capacità di detossicazione del fegato w una maggiore esposizione tossica.

I primi segnali di una intossicazione sono i sintomi più comuni come stanchezza, depressione, ansia, perdita di memoria. Altri sintomi derivano dalla presenza nell'organismo di sostanze tossiche come i seguenti metalli pesanti:
  • Piombo: irritabilità, difetti psicomotori, ostilità.
  • Mercurio: paura, allucinazioni, perdita di concentrazione, complesso di persecuzione tremore.
  • Alluminio: perdita di capacità di ragionamento, condizione generale di fatica cronica.
  • Cadmio: ipertensione, calo della libido.




METALLI NUTRIENTI E METALLI TOSSICI

Molti metalli sono presenti naturalmente nell'organismo e sono indispensabili per un suo corretto funzionamento. Il ruolo del ferro nel meccanismo di trasporto dell'ossigeno nei globuli rossi è certamente la più conosciuta tra le innumerevoli attività svolte da questo metallo.
Atomi di ferro ad esempio sono necessari per innumerevoli reazioni di ossidoriduzione e per il trasporto degli elettroni nella fosforilazione ossidativa mitocondriale.
Un altro metallo dalle molteplici funzioni è rappresentato dallo zinco che partecipa in qualità di cofattore essenziale in centinaia di reazioni enzimatiche e la sua attività è fondamentale per il funzionamento di sistemi come l'endocrino e l'immunitario.
Questi metalli normalmente si trovano nell'organismo in concentrazioni molto basse, e vengono definiti metalli-traccia. A dosaggi elevati, possono diventare tossici e provocare squilibri nell'assorbimento e nell'escrezione si altri minerali traccia.
Un tipico esempio è rappresentato dallo zinco, che quando è presente in quantità eccessive determina carenza di rame, con le prevedibili conseguenze in molti processi biologici e metabolici.
Alcuni metalli, per lo più pesanti (cioè con una densità almeno 5 volte superiore a quella dell'acqua), non hanno funzioni biologiche note ma presentano effetti nocivi certi quando vengono introdotti e accumulati nell'organismo.
In questa categoria di metalli tossici si possono annoverare, con caratteristiche di particolare pericolosità, il mercurio, il cadmio, il piombo, l'arsenico, l'alluminio, il berillio e l'uranio.
Da alcuni decenni, milioni di tonnellate di sostanze velenose, tra cui metalli tossici, vengono riversate ogni anno nell'aria, nelle acque e sul suolo, creando condizioni di inquinamento planetario di una gravità non ancora sufficientemente percepita.
Tra Europa e Stati Uniti d'America, centinaio di tonnellate di mercurio sono depositate nelle cavità dentarie dei loro abitanti sotto forma di otturazioni.
I bambini sono forse i più esposti al deposito progressivo di minerali tossici nell'organismo: già nella vita fetale cominciano ad accumulare metalli pesanti di provenienza materno-placentare: mercurio liberato dagli amalgami dentari della madre o introdotto nell'organismo materno attraverso l'ingestione di pesce contaminato, piombo proveniente dallo scarico delle auto o dalle vernici delle pareti domestiche, arsenico e cadmio presenti come contaminanti in ortaggi e frutta trattati con antiparassitari, e via discorrendo.
Questi metalli dannosi espletano la loro azione tossica per lo più interagendo coi minerali nutrienti, spiazzandoli dai rispettivi siti di attività biologica e sostituendosi ad essi nell'espletamento di importanti funzioni enzimatiche e metaboliche.


I METALLI TOSSICI E LE SOLUZIONI DELLA MEDICINA FUNZIONALE

La Medicina Funzionale annovera tra gli argomenti di prioritario interesse scientifico e clinico le problematiche sollevate dall'intossicazione da metalli tossici, e ha individuato metodologie diagnostiche e protocolli terapeutici adatti a una utilizzazione routinaria da parte degli operatori, medici e naturopati,  che ad essa fanno riferimento.
Per la parte diagnostica, un ruolo di spicco è affidato all'Analisi Minerale Tessutale, che consente un dosaggio dei minerali tossici nel capello, e quindi nei tessuti periferici dell'organismo, e una valutazione della loro pericolosità sulla base del rapporto con i minerali nutrienti di riferimento.
Per la parte terapeutica, un ruolo essenziale viene riconosciuto all'alimentazione e all'integrazione nutrizionale e fito-vitaminico-minerale, efficaci strumenti d'informazione molecolare e di regolazione dell'espressione genetica nei confronti dei meccanismi di detossicazione e di eliminazione dei minerali dannosi.


CHELAZIONE E DETOSSICAZIONE

Due sono i processi fondamentali attraverso i quali l'organismo tende a difendersi dai metalli tossici: la loro chelazione a livello cellulare, e la detossicazione, cioè la trasformazione biochimica del complesso tossico + chelante in un metabolita eliminabile attraverso gli emuntori.
La terapia chelante può essere effettuata con somministrazione intravenosa di sostanze attive, generalmente acido etilen-diamino-tetracetico EDTA, oppure via orale.
La terapia chelante EV (endovenosa) è una procedura molto efficace e sufficientemente sicura, pur se non esente del tutto da rischi. 
Il trattamento con chelanti orali è parimenti di buona efficacia, anche se meno immediata, ma è di assoluta sicurezza. 
Le sostanze nutrizionali in grado di catturare i metalli tossici sparpagliati per l'organismo sono costituite da alcuni aminoacidi (L-lisina, L-cisteina, metionina), da antiossidanti (glutatione, acido alfalipoico) e da coenzimi
(vitamina E, vitamina C, zinco, magnesio, selenio).
Una volta rimossi dai tessuti di deposito e riportati in circolo, i complessi tossico + chelante raggiungono i fegato dove l'attività detossicante degli epatociti, attraverso le reazioni di fase 1 e fase 2, li trasforma in metaboliti perfettamente idrosolubili e quindi più facilmente eliminabili per via urinaria o bilio-fecale.



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